Quella strada mi ha “regalato” tanti esseri, ora felici, che riempiono
la mia vita di allegria e, grazie a loro, ho superato un periodo buio,
dove la luce alla fine del tunnel sembrava lontana.
Vorrei raccontarvi una piccola storia, forse comune a mille altre ma che
per me è unica ed importante. Alcuni anni fa, per motivi di famiglia,
mi sono trasferita dal centro di Roma in una casa di campagna. Quando
vivevo in città avevo un cane, Ugo (trovatello), e un gatto maschio che
per un errore di interpretazione quando era piccolo, avevo chiamato
Sonia (anche lui trovatello).
La nuova casa distava qualche centinaio di metri dalla Via Flaminia.
Già dal primo anno, in tempi differenti, avevo trovato due pelosi
abbandonati.Il primo, Brando, in un cassonetto ma, è della seconda,
Willa, che vorrei parlarvi. Una mattina ho sentito i miei cani ululare
come non avevano fatto mai. Poteva accadere per il suono di una
ambulanza o per il boato di una moto ma, in quel modo prolungato ed
angoscioso, non era mai successo.
Dopo poco arrivò la ragazza che lavorava da me e mi raccontò che,
mentre camminava sulla Flaminia, era stata affiancata da un cagnolone
che aveva continuato a trollerellarle vicino. Improvvisamente il dramma:
un automobilista, avendo preso una curva troppo velocemente, aveva
sbandato andando a prendere in pieno la povera bestiola che le camminava
vicino. Il guidatore era sceso dalla macchina, aveva guardato se vi
erano danni ed aveva dato un calcio al cane spingendolo in un fosso.
Non c’era un minuto da perdere. Dopo aver indossato un paio di guanti da
forno (non sapevo quale reazione avrebbe potuto avere un cane ferito),
sono corsa, così come ero, sulla strada.
Continua
qui