martedì 9 dicembre 2014

Il principe William animalista debutta da statista e attacca la Cina contro il commercio di avorio

Si calcola che dei 40 mila elefanti uccisi ogni anno la metà finisca sui mercati del Paese asiatico

Debutto da statista con il botto per il principe William. Dal palco della Banca Mondiale il Duca di Cambridge ha lanciato un duro attacco alla Cina ritenuta fra le principali colpevoli per il commercio d’avorio e per la conseguente strage di elefanti.

Parlando all’International Corruption Hunters Alliance, un organismo che lotta contro la corruzione e i commerci illegali, il principe William ha accusato apertamente la superpotenza asiatica di essere uno «dei molti paesi che saccheggiano il nostro pianeta, per nutrire la dipendenza ignorante del genere umano da animali addomesticati, trofei, cure e ornamenti che provengono direttamente da specie animali che stanno scomparendo e che non sono rimpiazzabili».

In 25 anni, ha sottolineato il reale d’Inghilterra, il prezzo dell’avorio in Cina, in cui questo tipo di commercio è legale, è cresciuto da tre a 1.346 sterline (da 3,8 a 1.709 euro) al chilogrammo.


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