martedì 30 settembre 2014
INCHIESTA LAV: ECCO IL "LIBRO NERO" DELLA VIVISEZIONE IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE
Nonostante l'Unione Europea e la nuova legge italiana (Decreto Legislativo n.26/2014) attribuiscano massima priorità ai metodi alternativi alla sperimentazione animale, il nostro Paese fa marcia indietro restando ancorato a un modello scientifico di ricerca fallimentare e vecchio oltre un secolo.
La LAV (www.lav.it) ha esaminato i dati più recenti - ottenuti dal Ministero della Salute (che si rifanno ancora al vecchio Decreto legislativo 116/92 in vigore fino al 2014), grazie ad una storica sentenza del TAR - relativi alle sperimentazioni più dolorose e alle aperture di nuovi laboratori che usano animali: i risultati sono impressionanti, nonostante la crisi economica e i tagli alla ricerca, sono 169 le autorizzazioni per nuovi stabulari in soli tre anni di cui ben 104 con nuove specie, locali o strutture, per un totale di oltre 700 stabulari dove gli animali vengono sottoposti alle atrocità della vivisezione e uccisi.
Tra il 2010 e il 2012 le sperimentazioni "in deroga" (ovvero l'impiego di cani, gatti e primati non umani, l'utilizzo a fini didattici o il non ricorso ad anestesia), quindi quelle che dovrebbero rappresentare un'eccezione e possibili solo in caso di inderogabile necessità, arrivano alla cifra impressionante di 726 procedure di cui 640 relative a procedure fatte senza anestesia con un numero indefinito di animali, esperimenti che hanno comportato intensi e prolungati livelli di dolore senza alcuna forma di lenizione. Solo per citarne alcuni: sfinimento fisico fino alla morte, studio del dolore acuto, induzione di stati psicotici, attività cerebrale investigata tramite scatole impiantate nel cervello, perfusioni, schizofrenia, trapianti di organi e impianto di chiodi midollari.
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lunedì 29 settembre 2014
Cade in casa e muore, il gatto dà l’allarme alla vicina
Genova - È stato il gatto a fare capire alla vicina di casa che era
successo qualcosa di grave alla sua padrona: si è infilato nella casa
accanto alla sua e ha incominciato a miagolare. Quando la donna
lo ha riportato dalla sua padrona, ha trovato la porta dell’appartamento
aperta e la vicina, una quarantenne, accasciata a terra senza vita.
Tutto è successo nel quartiere genovese di Oregina: quando la donna ha scoperto il cadavere ha chiamato la polizia; sul posto è arrivato anche il medico legale, che non avrebbe constatato segni di violenza sul corpo.
Fonte
Tutto è successo nel quartiere genovese di Oregina: quando la donna ha scoperto il cadavere ha chiamato la polizia; sul posto è arrivato anche il medico legale, che non avrebbe constatato segni di violenza sul corpo.
Fonte
sabato 27 settembre 2014
Dopo quattro anni alla catena, il cane Joseph ha trovato casa
La sua immagine con il collo magro e martoriato è diventata un’icona sul web
«Justice for Joseph». Basta cercare queste tre parole sul web per
capire quanto la storia di Joseph sia diventata un simbolo della
sofferenza e indifferenza che l’uomo può infliggere a un animale.
Giustizia non è mai stata veramente fatta perché quell’uomo è stato
multato di soli 25 dollari (neanche 20 euro), ma ora Joseph ha trovato
una famiglia.
Sul web il suo incubo è diventato noto nel settembre 2013. Lui era un giovane pastore tedesco che, in condizioni normali, si sarebbe mostrato in tutta la sua bellezza. Ma il destino l’ha portato in casa di un uomo senza cuore. Per quattro lunghi anni Jeremy Shane Temple l’ha tenuto alla catena a Middletown, in Ohio. Il suo spazio di vita non andava oltre quei pochi metri dall’albero a cui era legato. Viveva senza una cuccia dove ripararsi, riceveva cibo e acqua solo qualche volta a settimana. Quando i volontari dell’associazione Paws (People helping animals) hanno ricevuto la segnalazione di un cane maltrattato, si sono trovati di fronte un cane che ricordava vagamente un pastore tedesco: Joseph era un animale stanco e rassegnato, in condizioni fisiche e psicologiche al limite della sopravvivenza.
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FULVIO CERUTTI (AGB)
Sul web il suo incubo è diventato noto nel settembre 2013. Lui era un giovane pastore tedesco che, in condizioni normali, si sarebbe mostrato in tutta la sua bellezza. Ma il destino l’ha portato in casa di un uomo senza cuore. Per quattro lunghi anni Jeremy Shane Temple l’ha tenuto alla catena a Middletown, in Ohio. Il suo spazio di vita non andava oltre quei pochi metri dall’albero a cui era legato. Viveva senza una cuccia dove ripararsi, riceveva cibo e acqua solo qualche volta a settimana. Quando i volontari dell’associazione Paws (People helping animals) hanno ricevuto la segnalazione di un cane maltrattato, si sono trovati di fronte un cane che ricordava vagamente un pastore tedesco: Joseph era un animale stanco e rassegnato, in condizioni fisiche e psicologiche al limite della sopravvivenza.
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venerdì 26 settembre 2014
USA, OBAMA: NASCE LA PIU' GRANDE RISERVA DEL MONDO NEL PACIFICO
"Vivono uccelli marini rari, tartarughe e mammiferi"
A migliaia di chilometri al largo delle coste americane l'oceano
Pacifico conserva un "patrimonio" sconfinato di uccelli marini rari,
tartarughe e mammiferi marini che crescerà di circa tre volte le
dimensioni della California, secondo un memorandum che il presidente
degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato ieri.
L'espanso Monumento nazionale marino delle isole remote del Pacifico coprirà circa 788.000 chilometri quadrati, che lo rende la più grande riserva marina del mondo, ha detto la Casa Bianc. La mossa mette le acque remote circostanti un insieme di isole off-limits per l'esplorazione petrolifera e la maggior parte della pesca nel tentativo di proteggere la fragile vita sottomarina.
"E' davvero una questione di gestione. Ma anche un discorso di responsabilità generazionale", ha detto il segretario di Stato John Kerry ieri. "Abbiamo la responsabilità di assicurarci per i nostri bambini e le loro famiglie che in futuro ci sia lo stesso oceano per trattarlo come facciamo adesso: senza abusarne, ma per conservarlo".
Milioni di animali marini vivono nella distesa ricca di biodiversità incluso il nuovo Monumento, che dovrà anche aggiungere nuove protezioni per più di 130 "montagne sottomarine", in cui specie rare o sconosciute si trovano di frequente. La pesca commerciale, l'estrazione mineraria in alto mare e altre estrazione di risorse sottomarine saranno vietate, ma sarà ancora consentito praticare la pesca ricreativa, nel tentativo di preservare l'accesso dei cittadini alle aree federali.
L'espanso Monumento nazionale marino delle isole remote del Pacifico coprirà circa 788.000 chilometri quadrati, che lo rende la più grande riserva marina del mondo, ha detto la Casa Bianc. La mossa mette le acque remote circostanti un insieme di isole off-limits per l'esplorazione petrolifera e la maggior parte della pesca nel tentativo di proteggere la fragile vita sottomarina.
"E' davvero una questione di gestione. Ma anche un discorso di responsabilità generazionale", ha detto il segretario di Stato John Kerry ieri. "Abbiamo la responsabilità di assicurarci per i nostri bambini e le loro famiglie che in futuro ci sia lo stesso oceano per trattarlo come facciamo adesso: senza abusarne, ma per conservarlo".
Milioni di animali marini vivono nella distesa ricca di biodiversità incluso il nuovo Monumento, che dovrà anche aggiungere nuove protezioni per più di 130 "montagne sottomarine", in cui specie rare o sconosciute si trovano di frequente. La pesca commerciale, l'estrazione mineraria in alto mare e altre estrazione di risorse sottomarine saranno vietate, ma sarà ancora consentito praticare la pesca ricreativa, nel tentativo di preservare l'accesso dei cittadini alle aree federali.
giovedì 25 settembre 2014
L’asino e il gattino in Kenya Così è nata la strana amicizia
Sull’isola di Lamu non è difficile incontrare gli asini. E un turista ha
filmato quello che sembra il primo incontro di uno di questi con un
gattino. Una sorta di corteggiamento per guadagnarne l’amicizia.
Il video
Il video
mercoledì 24 settembre 2014
BOLOGNA, TRAFFICO DI CUCCIOLI: MILLE SEQUESTRATI DALLA POLSTRADA
L'ultimo episodio due sere fa: denunciato un 45enne
L'ultimo carico illegale intercettato era di 16 cani, tra cui otto
cuccioli, stipati in condizioni precarie su un furgone che li doveva
trasportare in varie citta' del nord Italia. L'autotrasportatore, un
45enne di Reggio Calabria fermato dalla Polstrada di Bologna sul tratto
appenninico dell'A1 fra Barberino e Pian del Voglio, ha raccontato di
essere partito da Vibo Valentia e, mentre risaliva la penisola, di aver
caricato in localita' diverse i cani, destinati alla vendita. E' stato
denunciato per traffico illecito di animali da compagnia. Con
quest'ultimo sono circa un migliaio i cani, fra cuccioli e adulti,
recuperati in pochi mesi dalla Polstrada di Bologna nell'ambito dei
controlli al trasporto degli animali vivi. Gli agenti hanno contestato
ai 'corrieri' vari reati, tra cui maltrattamento e traffico illecito di
animali, falsita' materiale e uso di documenti falsi. I sedici cani
recuperati domenica sera erano di varie razze (shih-tzu, setter inglesi,
jagd terrier, jack russel terrier) e viaggiavano all'interno di gabbie
con evidenti segni di 'stress da trasporto', come e' stato accertato dai
veterinari che li hanno visitati. Cinque erano privi del microchip
identificativo, uno risultava provenire da uno stato extra-europeo in
assenza delle idonee certificazioni sanitarie e dei requisiti per la
prevenzione della rabbia, nove erano sprovvisti della certificazione di
iscrizione all'anagrafe canina. Sul camion, dotato di griglie di
areazione, non era presente un giornale di viaggio, ne' evidenza del
tragitto percorso e ancora da percorrere o della destinazione finale.
Gli animali sono stati affidati in custodia a un canile di Calderara di
Reno. Il gestore della struttura, Ernesto Zagni, ha detto: "I cani non
sono in cattive condizioni ma erano stressati per il lungo tragitto. Per
quelli che hanno il microchip si sta cercando di risalire ai
proprietari, in modo tale da avvisarli perché possano venire essi stessi
a prenderli".
lunedì 22 settembre 2014
Tutti pazzi per il polipo Dumbo: nuota con le orecchie.
Perfetto per i cartoni animati, il rarissimo esemplare è stato scoperto nei fondali marini dell'America centrale
E' un rarissimo esemplare che "sarebbe perfetto per un cartone animato". Così l'equipaggio del Nautilus ha definito il polpo scoperto nei fondali dell'America centrale. Una specie rarissima riconoscibile da due protuberanze simili a orecchie "da elefantino", ragion per cui è stato chiamato Dumbo proprio come l'elefantino dei cartoni animati e già tutti ne vanno pazzi.
Il video
Anche i gibboni cantano. È scritto nel loro Dna
La scoperta è di Lucia Carbone, ricercatrice italiana presso l'università di Portland. Secondo i suoi studi, i geni di questa specie di scimmia hanno caratteristiche evolutive davvero uniche
LA CAPACITÀ di cantare e gorgheggiare non è nata con l'uomo: è scritta anche nel Dna dei gibboni, una varietà di scimmie che nella storia dell'Evoluzione si trova al confine tra le scimmie del Vecchio mondo e i grandi primati. La scoperta, alla quale la rivista Nature ha dedicato la copertina, è dell'italiana Lucia Carbone, originaria di Bari, che da 12 anni lavora negli Stati Uniti, presso l'università di Portland.
"I gibboni sono considerati i canarini dei primati: si spostano cantando per marcare il territorio e ogni specie ha canto diverso", ha detto la ricercatrice. "Di solito", ha aggiunto, "i canti sono duetti tra un maschio e una femmina, ai quali si uniscono i piccoli. Inoltre i maschi che non hanno raggiunto la maturità sessuale cantano come le femmine". Al di là di queste curiosità, ad avere attirato l'attenzione dei ricercatori sono le caratteristiche uniche del Dna di queste scimmie dalle braccia lunghissime, i cui geni potrebbero anche nascondere il segreto della capacità di camminare su due gambe.
Continua qui http://www.repubblica.it/scienze/2014/09/12/news/anche_i_gibboni_cantano_sta_scritto_nel_loro_dna-95564529/
sabato 20 settembre 2014
Calamaro gigante di 350 kg, l'autopsia: "Aveva tre cuori".
Un'equipe di scienziati neozelandesi ha condotto l'autopsia su un calamaro gigante pescato in Antartide quasi un anno fa. Il calamaro, lungo quasi 4 metri e dai 350 kg di peso,
era stato congelato otto mesi fa. Gli studi hanno rivelato che si
trattava di una femmina con tre cuori e occhi di oltre 35 centimetri di
diametro, perfettamente conservati.
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venerdì 19 settembre 2014
Usa, cagnolina scomparsa ritrovata a 5mila km di distanza
Gidget mancava da casa dalla scorsa Pasqua. Mistero su come sia arrivata
in Oregon dalla Pennsylvania. Solidarietà sul web per aiutare la
proprietaria a sostenere le spese di viaggio.
Gidget è tornata nella sua Pennsylvania. A quattro mesi dalla sua
scomparsa, una cagnolina è stata ritrovata in Oregon, a quasi
cinquemila km di distanza dalla famiglia che la stava cercando. È
l’incredibile storia a lieto fine di una femmina di Terrier di sette
anni che mancava da casa dalla scorsa Pasqua.
Gidget è stata vista vagabondare per la periferia di Portland e, per sua fortuna, un passante l’ha presa con sé e portata ad un rifugio per animali.
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La piccola Gidget
Fulvio Cerutti (agb)
Gidget è stata vista vagabondare per la periferia di Portland e, per sua fortuna, un passante l’ha presa con sé e portata ad un rifugio per animali.
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Abruzzo, l’orso è stato ucciso da fucilata
Qualcuno ha sparato all’animale mentre era di spalle. Cade l’ipotesi dell’avvelenamento
È stato ucciso da una fucilata l’orso trovato morto venerdì 12 in Abruzzo, sulla pista ciclabile di Pettorano sul Gizio. Sono infatti cinque i pallettoni trovati dentro al corpo del plantigrado al termine della necroscopia. Altri cinque sono finiti fuori bersaglio di una cartuccia da caccia. Cade così l’ipotesi che ad uccidere l’orso sia stato un avvelenamento.
Dei cinque pallini da caccia uno solo avrebbe perforato l’intestino provocando una peritonite acuta e la morte dell’animale. Gli altri quattro pallini che facevano parte della cartuccia - dei dieci che la compongono - non sarebbero andati a bersaglio.
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È stato ucciso da una fucilata l’orso trovato morto venerdì 12 in Abruzzo, sulla pista ciclabile di Pettorano sul Gizio. Sono infatti cinque i pallettoni trovati dentro al corpo del plantigrado al termine della necroscopia. Altri cinque sono finiti fuori bersaglio di una cartuccia da caccia. Cade così l’ipotesi che ad uccidere l’orso sia stato un avvelenamento.
Dei cinque pallini da caccia uno solo avrebbe perforato l’intestino provocando una peritonite acuta e la morte dell’animale. Gli altri quattro pallini che facevano parte della cartuccia - dei dieci che la compongono - non sarebbero andati a bersaglio.
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Orso ucciso in Abruzzo, l'ammissione dell'operaio: "Sono stato io"
giovedì 18 settembre 2014
ORSA DANIZA, IL PROCURATORE CAPO DI TRENTO DISPONE NUOVI ESAMI
I cuccioli saranno "seguiti" dal Corpo forestale
Disposti dalla Procura di Trento nuovi esami sul corpo dell'orsa
Daniza. La decisione è stata presa dal procuratore capo Giuseppe Amato
che oggi ha incontrato i responsabili del Corpo forestale dello stato e
del Servizio fauna e foreste della Provincia autonoma di Trento per fare
il punto sulle indagini sulla morte del plantigrado. In particolare, il
dottor Amato ha dato incarichi di consulenza a due veterinari
dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie di Trento, dove è stata
fatta l'autopsia dell'orsa, e dell'Istituto di medicina veterinaria
forense del ministero della Salute di Grosseto. "La decisione di questi
ulteriori approfondimenti l'ho presa per garantire l'assoluta chiarezza
del fatto e ricostruire in maniera chiara le cause della morte di
Daniza", ha detto il procuratore capo, il quale ha precisato che al
momento non ci sono indagati. Gli esiti degli esami non dovrebbero
arrivare prima di tre mesi.
Da oggi, inoltre, il CfS, insieme con la Forestale provinciale, provvederà all'adozione della migliore soluzione possibile per garantire la vita dei cuccioli in natura. Cuccioli che a ieri, ha assicurato il Procuratore durante un incontro con l'avvocatessa Carla Campanaro e la responsabile nazionale Lav Gaia Angelini, "risultano stare bene". E' dunque "commisariata", in questa fase, la gestione dei cuccioli da parte dell'Ispra del Ministero dell'Ambiente e del Servizio Foreste della Provincia di Trento, che avevano il primo avallato il secondo eseguito la fatale Ordinanza di cattura di Daniza.
"Siamo sulla strada giusta per non far sotterrare con Daniza anche le responsabilità della sua uccisione e per garantire la vita ai due cuccioli che - afferma la LAV - con la decisione di oggi del Procuratore Capo della Repubblica, non sono più solo affare della Provincia di Trento".
Da oggi, inoltre, il CfS, insieme con la Forestale provinciale, provvederà all'adozione della migliore soluzione possibile per garantire la vita dei cuccioli in natura. Cuccioli che a ieri, ha assicurato il Procuratore durante un incontro con l'avvocatessa Carla Campanaro e la responsabile nazionale Lav Gaia Angelini, "risultano stare bene". E' dunque "commisariata", in questa fase, la gestione dei cuccioli da parte dell'Ispra del Ministero dell'Ambiente e del Servizio Foreste della Provincia di Trento, che avevano il primo avallato il secondo eseguito la fatale Ordinanza di cattura di Daniza.
"Siamo sulla strada giusta per non far sotterrare con Daniza anche le responsabilità della sua uccisione e per garantire la vita ai due cuccioli che - afferma la LAV - con la decisione di oggi del Procuratore Capo della Repubblica, non sono più solo affare della Provincia di Trento".
Giro di vite sulla caccia, vietati i richiami vivi
Limiti per le specie a rischio, giubbotti rifrangenti obbligatori
Specie protette
La giunta è passata dalle parole ai fatti, con qualche variazione sul tema: sarà tutelata la pernice bianca, non la coturnice. Prenderà il suo posto la «lepre variabile». È la prima notizia della delibera approvata nella riunione degli assessori, a margine del Consiglio, su proposta di Giorgio Ferrero.
Evidententemente non si tratta di scelte casuali. La differenza, nella decisione, la fanno i censimenti appena ultimati con il ricorso dei cani specializzati nel far alzare i volatili. Ma anche nello scovare le nidiate per permettere di misurarne numero e consistenza.
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Alessandro Mondo
Torino
La decisione era stata annunciata alla fine di agosto: un giro di
vite, anche se il termine in Regione non piace, per difendere
nell’imminente stagione venatoria alcune specie della fauna alpina. Specie protette
La giunta è passata dalle parole ai fatti, con qualche variazione sul tema: sarà tutelata la pernice bianca, non la coturnice. Prenderà il suo posto la «lepre variabile». È la prima notizia della delibera approvata nella riunione degli assessori, a margine del Consiglio, su proposta di Giorgio Ferrero.
Evidententemente non si tratta di scelte casuali. La differenza, nella decisione, la fanno i censimenti appena ultimati con il ricorso dei cani specializzati nel far alzare i volatili. Ma anche nello scovare le nidiate per permettere di misurarne numero e consistenza.
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Honey Bee, la gatta cieca che adora le escursioni
La micia ha perso la vista, ma non la curiosità. Per questo in poco
tempo è diventata un’ottima compagna di escursioni per i padroni che
l’hanno adottata
Sembrava condannata a una vita in una clinica veterinaria, invece, grazie a una famiglia affettuosa che l’ha adottata, la gattina cieca Honey Bee oggi si divide tra casa e gite all’aria aperta. La felina, di razza Calico, una variante del “gatto tartarugato” diffuso in Europa, è nata con un doppio problema agli occhi: da piccola ne aveva uno troppo piccolo e uno troppo grande. In poco tempo, ha perso completamente la vita. Ma questo non ha scoraggiato una famiglia di Seattle che l’ha presa dalla clinica gestita dall’associazione Animals Fiji e l’ha portata a casa.
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Sembrava condannata a una vita in una clinica veterinaria, invece, grazie a una famiglia affettuosa che l’ha adottata, la gattina cieca Honey Bee oggi si divide tra casa e gite all’aria aperta. La felina, di razza Calico, una variante del “gatto tartarugato” diffuso in Europa, è nata con un doppio problema agli occhi: da piccola ne aveva uno troppo piccolo e uno troppo grande. In poco tempo, ha perso completamente la vita. Ma questo non ha scoraggiato una famiglia di Seattle che l’ha presa dalla clinica gestita dall’associazione Animals Fiji e l’ha portata a casa.
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martedì 16 settembre 2014
La festa della leonessa commuove il web.
lunedì 15 settembre 2014
Orsa Daniza, la Procura Trento apre un’inchiesta per il reato di “uccisione di animale protetto”
Riguardo ai suoi cuccioli, l’ipotesi di reato potrebbe essere quello di
maltrattamento di animale. Al momento nessuna persona risulta inserita
nel registro degli indagati
Dopo l’indagine avviata dal Corpo forestale dello Stato, anche la
Procura di Trento ha aperto un’inchiesta in merito alla morte dell’orsa
Daniza. Le indagini, delegate alla sezione di polizia giudiziaria,
saranno seguite personalmente dal procuratore capo di Trento Giuseppe
Amato che per la prossima settimana ha convocato un vertice fra
inquirenti e rappresentanti della Provincia e del Corpo forestale
incaricato della cattura dell’orsa.
Al momento nessuna persona risulta inserita nel registro degli indagati e pochi sono gli elementi in mano agli inquirenti che attendono gli esiti dell’esame autoptico sull’animale, già eseguito all’Istituto zooprofilattico delle Venezie.
Il reato ipotizzato è quello di uccisione di animale protetto, che nel caso di mancanza di dolo - ovvero la volontà di uccidere - prevede una pena da uno a sei mesi. Riguardo ai cuccioli di Daniza, l’ipotesi di reato potrebbe essere quello di maltrattamento di animale. Da valutare sarà la loro reale capacità di sopravvivere senza la madre.
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Fulvio Cerutti (agb)
Al momento nessuna persona risulta inserita nel registro degli indagati e pochi sono gli elementi in mano agli inquirenti che attendono gli esiti dell’esame autoptico sull’animale, già eseguito all’Istituto zooprofilattico delle Venezie.
Il reato ipotizzato è quello di uccisione di animale protetto, che nel caso di mancanza di dolo - ovvero la volontà di uccidere - prevede una pena da uno a sei mesi. Riguardo ai cuccioli di Daniza, l’ipotesi di reato potrebbe essere quello di maltrattamento di animale. Da valutare sarà la loro reale capacità di sopravvivere senza la madre.
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Chiambretti: adotto io i cuccioli di Daniza
sabato 13 settembre 2014
Sette capodogli arenati su una spiaggia: 4 sono morti.
I cetacei hanno una lunghezza tra gli 11 e i 12 metri e un peso di circa 11 tonnellate ciascuno
L'Enpa, ente nazionale protezione animali, ha chiesto al ministero spiegazioni in merito allo spiaggiamento dei capodogli verificatosi a Vasto. Enpa, in una nota, sottolinea come "la rete preposta ad intervenire in caso di spiaggiamenti di cetacei - rete che dovrebbe essere presente in tutti i Paesi civili - non abbia un coordinamento e non sia gestita in modo adeguato". Nell'allarme lanciato dall'associazione, si legge: "E' doveroso da parte dei Ministeri chiarire quali interventi siano stati posti in essere per garantire un concreto intervento teso alla messa in sicurezza degli animali e delle persone, nonché alla eventuale gestione del trattamento sanitario e per opera di quale team di professionisti".
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venerdì 12 settembre 2014
Orsa uccisa, l'etologo Alleva: "I cuccioli possono sopravvivere anche da soli"
Daniza non ha retto alla dose di anestesia
che le hanno somministrato per catturarla. I suoi cuccioli, di sei mesi,
restano in libertà nei boschi del Trentino. Il commento dell'etologo
Enrico Alleva: "Il pericolo per i piccoli sono i maschi adulti che
potrebbero attaccarli e ucciderli. Ma anche le macchine, rischiano di
essere investiti. E' un bene che siano protetti e monitorati dall'uomo.
Ci sono buone possibilità che sopravvivano"
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giovedì 11 settembre 2014
Morta Daniza: l'orsa catturata in Trentino non è sopravvissuta alla narcosi
L'orsa Daniza non è sopravvissuta alla narcosi che è stata effettuata
nella notte per catturarla. A comunicarlo è la Provincia di Trento. Si tratta dell'orso che a Ferragosto, in presenza dei propri cuccioli, aveva ferito un uomo nei boschi del Trentino.
La cattura Le informazioni sulle operazioni di cattura dell'orso sono state fornite dalla Provincia di Trento in una nota, in cui viene spiegato: «In ottemperanza all'ordinanza che prevedeva la cattura dell'orsa Daniza, dopo quasi un mese di monitoraggio intensivo, la scorsa notte si sono create le condizioni per intervenire, in sicurezza, con la telenarcosi. L'intervento della squadra di cattura ha consentito di addormentare l'orsa, che tuttavia non è sopravvissuta».
Il decesso «È stato possibile catturare con la medesima modalità, per poi prontamente liberarlo - aggiunge la Provincia - anche uno dei due cuccioli, che è stato dotato di marca auricolare per assicurare il costante monitoraggio. A tal fine sul posto è già operativa la squadra d'emergenza». La Provincia conclude spiegando che dell'episodio sono stati informati il ministero dell'Ambiente, l'Ispra e l'Autorità giudiziaria. Per Daniza l'autopsia è prevista già in giornata.
Il bestiame sbranato Negli ultimi giorni l'orsa Daniza avrebbe sbranato alcune pecore. La segnalazione arriva da un boscaiolo di Borzago che racconta di essersi trovato nella notte tra martedì e mercoledì a tu per tu con l'orsa uscita da un ovile dove aveva appena ucciso tutte le pecore, otto. Il plantigrado - racconta l'uomo al quotidiano Trentino - si è alzato sulle zampe posteriori con l'intenzione di attaccare con le zampe anteriori. Il boscaiolo è riuscito però a scappare in tempo. La scorsa settimana la stessa Daniza, notata con i cuccioli a Caderzone Terme e a Bocenago, avrebbe ucciso altre pecore e una capra.
Bufera sul web Il decesso dell'animale ha immediatamente scatenato una bufera di reazioni. Nelle settimane scorse molte associazioni animaliste si erano mobilitate contro la cattura dell'orsa. Su Twitter spopolano gli hashtag #iostoconDaniza e #danizalibera e si moltiplicano i messaggi di condanna per la morte del mammifero. «Se solo riusciste a pensare che avete ucciso una madre..- scrive Rina in un tweet - una madre che ha solo avuto la colpa di essere tale.. #daniza #vergogna». Migliaia i tweet dedicati all'orsa. «Gli animali seguono l'istinto di sopravvivenza - scrive Fran - gli uomini quello della stupidità.Bisognerebbe imparare invece di ritenersi superiori #daniza». E ancora «#Daniza Ti hanno fatta fuori.. È una vergogna - scrive Loredana su Twitter - Non siamo riusciti a difenderti Le bestie sono tra noi e non tra voi» e «Morta l'orsa #Daniza . La volevano morta - riporta David - questo si era capito. Spero sia contento, ora, il cercatore di funghi».
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La cattura Le informazioni sulle operazioni di cattura dell'orso sono state fornite dalla Provincia di Trento in una nota, in cui viene spiegato: «In ottemperanza all'ordinanza che prevedeva la cattura dell'orsa Daniza, dopo quasi un mese di monitoraggio intensivo, la scorsa notte si sono create le condizioni per intervenire, in sicurezza, con la telenarcosi. L'intervento della squadra di cattura ha consentito di addormentare l'orsa, che tuttavia non è sopravvissuta».
Il decesso «È stato possibile catturare con la medesima modalità, per poi prontamente liberarlo - aggiunge la Provincia - anche uno dei due cuccioli, che è stato dotato di marca auricolare per assicurare il costante monitoraggio. A tal fine sul posto è già operativa la squadra d'emergenza». La Provincia conclude spiegando che dell'episodio sono stati informati il ministero dell'Ambiente, l'Ispra e l'Autorità giudiziaria. Per Daniza l'autopsia è prevista già in giornata.
Il bestiame sbranato Negli ultimi giorni l'orsa Daniza avrebbe sbranato alcune pecore. La segnalazione arriva da un boscaiolo di Borzago che racconta di essersi trovato nella notte tra martedì e mercoledì a tu per tu con l'orsa uscita da un ovile dove aveva appena ucciso tutte le pecore, otto. Il plantigrado - racconta l'uomo al quotidiano Trentino - si è alzato sulle zampe posteriori con l'intenzione di attaccare con le zampe anteriori. Il boscaiolo è riuscito però a scappare in tempo. La scorsa settimana la stessa Daniza, notata con i cuccioli a Caderzone Terme e a Bocenago, avrebbe ucciso altre pecore e una capra.
Bufera sul web Il decesso dell'animale ha immediatamente scatenato una bufera di reazioni. Nelle settimane scorse molte associazioni animaliste si erano mobilitate contro la cattura dell'orsa. Su Twitter spopolano gli hashtag #iostoconDaniza e #danizalibera e si moltiplicano i messaggi di condanna per la morte del mammifero. «Se solo riusciste a pensare che avete ucciso una madre..- scrive Rina in un tweet - una madre che ha solo avuto la colpa di essere tale.. #daniza #vergogna». Migliaia i tweet dedicati all'orsa. «Gli animali seguono l'istinto di sopravvivenza - scrive Fran - gli uomini quello della stupidità.Bisognerebbe imparare invece di ritenersi superiori #daniza». E ancora «#Daniza Ti hanno fatta fuori.. È una vergogna - scrive Loredana su Twitter - Non siamo riusciti a difenderti Le bestie sono tra noi e non tra voi» e «Morta l'orsa #Daniza . La volevano morta - riporta David - questo si era capito. Spero sia contento, ora, il cercatore di funghi».
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Orsa Daniza morta, l'esperto: anestesia è sempre rischiosa
Morte dell’orsa Daniza, è polemica
mercoledì 10 settembre 2014
La campagna più importante che abbiamo mai fatto
Posso dire con certezza che questa è la petizione più importante che abbiamo mai lanciato.
Uno dei più importanti scienziati al mondo ha dichiarato da poco che se il riscaldamento globale causerà il rilascio delle gigantesche riserve di gas metano dell’artico, saremo tutti - scusate il termine - “f*ttuti”. E questa non è che una delle molte minacce di catastrofi climatiche che dobbiamo affrontare: l’ONU l’ha capito, e ha convocato i capi di stato di tutto il mondo per un vertice d’emergenza a New York
Subito prima del vertice scenderemo in piazza in centinaia di migliaia per la Marcia Globale per il Clima. Rendiamolo un giorno storico consegnando la più grande petizione di sempre di Avaaz. Con una richiesta semplice e diretta: portare l’intero pianeta verso il 100% di energia pulita. Cliccate qui a destra per firmare, e condividete con tutti.
- Ricken Patel
Firma la petizione
lunedì 8 settembre 2014
“I cani preferiscono le carezze alle parole”
Una ricerca statunitense: l’interazione con i quattrozampe ha bisogno di contatto fisico
REUTERS
Fulvio Cerutti (agb)
Le loro preferenze sono state misurate in base al tempo che i cani decidevano di rimanere insieme a una persona e interagendo con questa. La ricerca si è concentrata sull’osservazione di un gruppo di cani, di canili e “di casa”, sollecitati sia con il contatto fisico - coccole e carezze - che con l’incitamento vocale. Il test è stato realizzato sia con i proprietari che con individui sconosciuti agli animali.
«In tutti i gruppi analizzati, i cani hanno preferito le carezze ai complimenti vocali» scrivono gli autori nella ricerca. Un risultato che non sembra essere un gran scoperta, ma una conferma di quanto già sa chi condivide le proprie giornate con un cane.
Può invece essere interessante sotto l’aspetto educativo del cane: i risultati raggiunti ricordano che i comandi orali, o qualsiasi altra tecnica di addestramento ed educazione basata solo sulla parola, non può raggiungere gli effetti sperati. Ma tranquilli: la pubblicazione conferma anche come i cani siano capaci di riconoscere la voce del proprietario, meglio se accompagnata da un gesto fisico. Dunque, visto che Fido rimane un instancabile ascoltatore dei nostri pensieri e discorsi, anche quelli più insensati, almeno cerchiamo di non essere avari di coccole.
Fonte
domenica 7 settembre 2014
Ghepardo viene operato, il cane non lo lascia solo
Entrambi vivono Safari Park di San Diego. Questa condizione ha fatto sì
che Ruuxa, un cucciolo di ghepardo, abbia stretto un’amicizia speciale
con Raina, una cucciola di Rhodesian Ridgeback che vive nella stessa
struttura. Un rapporto che va ben oltre a qualche corsa in un prato: fra
le due c’è un’amicizia così stretta che ha spinto gli operatori del
Safari Park a decidere di lasciare che il cane rimanesse vicino al
ghepardo in un momento delicato della sua vita. Già perché Ruuxa ha
dovuto sottoporsi a un intervento chirurgico alle zampe, un’anomalia
della crescita che gli avrebbe procurato problemi in futuro. Ecco in
queste immagini Ruuxa che accompagna l’amico in sala operatoria, rimane a
pochi metri dal tavolo chirurgico ed è stata molto preoccupata quando,
ancora sotto l’effetto dell’anestesia, non riusciva a svegliarlo. Ma
per fortuna l’intervento è andato bene e, dopo un periodo di recupero, i
due potranno tornare a giocare insieme.
Le foto
Le foto
Spagna, svolta animalista a Mataelpino: palle giganti al posto dei tori per l’encierro
La sfera, di 125 kg per tre metri di diametro, è stata dipinta con zampe e coda simili al toro
Una svolta animalista e tutto sommato inaspettata quella che ha
interessato un piccolo paese della Spagna, per la precisione Mataelpino.
Inaspettata perché si sa che la corrida è una tradizione che gli
spagnoli difendono strenuamente, pur con le polemiche che negli ultimi
anni si sono fatte sempre più forti. Ma la cittadina che dista pochi
chilometri da Madrid è diventata famosa per aver deciso di rimpiazzare i
tori con un gigantesco pallone che rotola per le strade della città
nella tradizionale corsa estiva detta “encierro”. Una corsa preliminare alla corrida in cui, solitamente, si contano feriti sia fra gli animali che fra le persone.
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Claudia Audi Grivetta
Continua qui (video)
Croazia, sull’isola di Solta è guerra per i galli che cacciano i turisti
venerdì 5 settembre 2014
AFGHANISTAN, "I CANI SONO IMPURI": CATTURATI E UCCISI PURE COL VELENO
Giovedì, 04 Settembre 2014
Solo l'anno scorso morti così 18 mila quattrozampe
Imprigionati, maltrattati e brutalmente uccisi: ecco la brutta fine che
stanno facendo i cani in Afghanistan, per le strade della capitale
Kabul. Lo scopo, secondo le autorità? Proteggere gli abitanti da
eventuali malattie e soprattutto arrestare la diffusione dei
quattrozampe - pensate - considerati impuri dall'Islam. Un'operazione a
dir poco brutale. Come il metodo per catturare i cani, come si vede in
un video con immagini molto forti di TMNews.
Le povere bestiole vengono ingabbiate mediante delle reti, poi fatti
agonizzare per un'ora e, infine, portati su alcuni camion per finire
nelle discariche di Kabul. Il governo della città ha eliminato così,
solo lo scorso anno, 18mila cani.
Ghazal Sharifi cerca di salvare di giorno in giorno qualcuno di loro. L'episodio racconta un episodio molto toccante: "Il cucciolo cercava di scappare, ho cercato di fermarli, ho preso il cane e ho detto a quella gente di finirla, perché ciò che stavano facendo era semplicemente crudele. E' stata una scena disumana, mi sono messa a piangere, poi ho preso il cucciolo fra le braccia e l'ho salvato".
In particolare durante la notte, un altro metodo senza cuore consiste nel versare del veleno lungo le strade. La mattina, allora, si contano i cadaveri. Ci sono dei rischi per la salute pubblica lasciare del veleno lungo la strada - afferma Loyuise Hastie, direttrice del rifugio per animali "Nowzad" - possono essere pericolosi per i bambini. E poi è disumano nei confronti degli animali".Ma per il momento le autorità non hanno alternative. E i cani continuano a morire.
Ghazal Sharifi cerca di salvare di giorno in giorno qualcuno di loro. L'episodio racconta un episodio molto toccante: "Il cucciolo cercava di scappare, ho cercato di fermarli, ho preso il cane e ho detto a quella gente di finirla, perché ciò che stavano facendo era semplicemente crudele. E' stata una scena disumana, mi sono messa a piangere, poi ho preso il cucciolo fra le braccia e l'ho salvato".
In particolare durante la notte, un altro metodo senza cuore consiste nel versare del veleno lungo le strade. La mattina, allora, si contano i cadaveri. Ci sono dei rischi per la salute pubblica lasciare del veleno lungo la strada - afferma Loyuise Hastie, direttrice del rifugio per animali "Nowzad" - possono essere pericolosi per i bambini. E poi è disumano nei confronti degli animali".Ma per il momento le autorità non hanno alternative. E i cani continuano a morire.
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giovedì 4 settembre 2014
TUTELA DEGLI ANIMALI, ALLA CAMERA L'ESAME DELLA MOZIONE BRAMBILLA
Giovedì, 04 Settembre 2014
Forse un passaggio sul caso Daniza
Per la prima volta il nostro Parlamento affronta il tema della tutela dei diritti degli animali nell'ambito di un semestre di presidenza europea. Accade alla Camera, dove già nel maggio scorso l'ex ministro Michela Vittoria Brambilla ha depositato una mozione, firmata da deputati di FI, per chiedere al governo italiano di promuovere in Europa, tra le altre cose, di " dare piena applicazione al riconoscimento degli animali come «esseri senzienti», facendo pesare questo precetto del Trattato nel processo di formazione ed emanazione delle norme dell'Unione europea, a partire dalla «legge quadro europea sul benessere animale» annunciata dalla Commissione europea"; di "rafforzare l'ufficio veterinario della Commissione europea al fine di garantire un efficace controllo dell'applicazione delle normative comunitarie a tutela degli animali"; di "introdurre una normativa comunitaria per la tutela degli animali d'affezione e la prevenzione del randagismo, che, fra l'altro, preveda il divieto di uccisione di cani randagi e gatti vaganti, lo sviluppo di programmi di prevenzione con adeguati programmi di sterilizzazione e adozione, l'identificazione tramite microchip e la registrazione obbligatoria collegata a un sistema di tracciabilità europea, il contrasto al traffico di cuccioli anche attraverso l'Europol ed ai combattimenti fra cani".
Alla mozione di FI, che ha insistito per ottenere il dibattito, se ne sono aggiunte altre tre: una del movimento Cinque stelle (Gagnarli), una di Scelta civica-Pd (Vezzali) ed una di Sel (Nicchi). Tutti i documenti d'indirizzo saranno esaminati insieme, a partire da oggi. Il voto è previsto per martedì prossimo.
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mercoledì 3 settembre 2014
Il labrador pazzo per il mare: la sua folle corsa conquista il web
Le immagini del cane in fuga verso la spiaggia registrate con la Go Pro
Walter è un labrador che vive a Siracusa e va pazzo per il mare. Appena viene liberato dal guinzaglio, inizia una corsa velocissima nel giardino di casa, che termina con un rinfrescante tuffo in mare. Il video è stato girato con la Go Pro a Siracusa, e sta già conquistando il web.
Il video
martedì 2 settembre 2014
Il quattrozampe di pezza “terrorizza” i cani veri
Un osso in un parco è qualcosa di molto appetibile per i cani lasciati
liberi dai padroni. Ma c’è un problema: un peluche di cane, e l’abbaiare
di una ragazza, scatenano le reazioni più disparate fra i cani...
quelli veri.
Il video
Il video
CACCIA, FEDERAZIONE ITALIANA ASSOCIAZIONI DIRITTI ANIMALI E AMBIENTE, LE PREAPERTURE “UNA VERGOGNA PER IL PAESE”
Le
preaperture sono una “vergogna per il Paese”, un “appuntamento annuale con
l’illegalità”, il via libera alla “vera e propria guerra contro la natura”
condotta da amministratori pubblici per compiacere una minoranza
(fortunatamente sempre più ridotta) di cacciatori e i produttori di armi. Questo
il giudizio della Federazione Italiana Associazioni Diritti
Animali e Ambiente
- di cui fanno parte Lav, Enpa, Oipa, Lndc,
Leidaa, AAE Conigli, AiutiamoFido, Amici Animali Onlus, Cani & Mici
per Amici Onlus, City Angels, Earth, Eolo a 4 zampe, Frida's Friends Onlus, I
Favolosi Cani 80, Il Rifugio del Micio, Noi Animali, Ombre a 4 zampe, SOSGaia,
SOS Levrieri, Tartamondo Onlus, Gaia Italia, L'Arca della Valle,Anita Onlus,
Leal, Mondo Gatto Gruppo Volontari Onlus, Anima Equina Onlus - sulla decisione, presa da 16 Regioni, eccetto Val d’Aosta,
Trentino-Alto Adige, Liguria e Lazio, di
autorizzare anche quest’anno la caccia per alcune giornate aggiuntive (fino ad
8) e per alcune specie (fino a 9) prima dell’apertura ufficiale della stagione,
la terza domenica di settembre.
Non solo il buon senso e le evidenze scientifiche suggeriscono di non consentire la caccia nei periodi di migrazione e riproduzione, ma le direttive europee, già recepite da leggi italiane, vietano la pratica venatoria in questi momenti delicati per la fauna selvatica e numerose sentenze dei Tribunali amministrativi danno ragione ai ricorsi delle associazioni animaliste. Eppure norme e giudici, esattamente come l’opinione di milioni di italiani, nulla possono contro la lobby dei cacciatori, che per il proprio “divertimento” distruggono un patrimonio comune, calpestando – se ne hanno voglia – anche la proprietà privata. Poco importa se ci rimettono ghiandaie, tortore, merli, cornacchie grigie e nere, gazze, colombacci, alzavole, beccaccini, marzaiole, quaglie, germani reali e conigli selvatici, a rischio già da oggi secondo i calendari deliberati da Regioni e Provincie in barba alla logica, alle regole comunitarie, alla legge 157/1992 che prevede la necessità, per la programmazione dell'attività venatoria e per autorizzare le preaperture, di avere piani faunistici venatori aggiornati ogni cinque anni: in molte Regioni sono fermi agli anni Novanta.
Tanta arroganza è incoraggiata dal governo e dalla maggioranza del Parlamento che non solo non ha cancellato l’orrore dei richiami vivi, nonostante la procedura d’infrazione europea, ma col decreto competitività ha autorizzato forme di caccia sulla neve, più possibilità di sparo e la persecuzione di animali come le nutrie.
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Non solo il buon senso e le evidenze scientifiche suggeriscono di non consentire la caccia nei periodi di migrazione e riproduzione, ma le direttive europee, già recepite da leggi italiane, vietano la pratica venatoria in questi momenti delicati per la fauna selvatica e numerose sentenze dei Tribunali amministrativi danno ragione ai ricorsi delle associazioni animaliste. Eppure norme e giudici, esattamente come l’opinione di milioni di italiani, nulla possono contro la lobby dei cacciatori, che per il proprio “divertimento” distruggono un patrimonio comune, calpestando – se ne hanno voglia – anche la proprietà privata. Poco importa se ci rimettono ghiandaie, tortore, merli, cornacchie grigie e nere, gazze, colombacci, alzavole, beccaccini, marzaiole, quaglie, germani reali e conigli selvatici, a rischio già da oggi secondo i calendari deliberati da Regioni e Provincie in barba alla logica, alle regole comunitarie, alla legge 157/1992 che prevede la necessità, per la programmazione dell'attività venatoria e per autorizzare le preaperture, di avere piani faunistici venatori aggiornati ogni cinque anni: in molte Regioni sono fermi agli anni Novanta.
Tanta arroganza è incoraggiata dal governo e dalla maggioranza del Parlamento che non solo non ha cancellato l’orrore dei richiami vivi, nonostante la procedura d’infrazione europea, ma col decreto competitività ha autorizzato forme di caccia sulla neve, più possibilità di sparo e la persecuzione di animali come le nutrie.
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lunedì 1 settembre 2014
Vi prego...
Ho necessità di dare in adozione questi cuccioli. Io non posso più tenerli in casa .Ho 50 cani e sono allo stremo. Se non riesco a piazzarli al più presto finiranno in canile. Sono 6 cuccioli futura taglia medio piccola. tel 380 9034779
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