Lo squalo bianco attacca, per la foca sembrano non esserci speranze. La
mole del predatore è impressionante, ma non è abbastanza abile per
prenderla a volo: dopo averla spinta con un colpo di muso verso l’alto,
fuori dall’acqua, lo squalo la manca nella fase della caduta. La foca
approfitta dell’errore per dileguarsi. Oggi è stata una giornata molto
fortunata.
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sabato 29 novembre 2014
venerdì 28 novembre 2014
giovedì 27 novembre 2014
"Vietato adottare quei daini" La burocrazia li mette a morte
Fa discutere la decisione della provincia di Ravenna di abbattere 67 esemplari. Una ricca signora tedesca si è offerta di ospitarli nella sua villa: niente da fare
A Ravenna troppi daini. La Provincia li vuol togliere di mezzo perché fonte di incidenti stradali, un'imprenditrice tedesca vuole adottarli, ma la burocrazia dice no.
L'Italia pare essere sempre più un Paese contro natura. E contro la natura. Perché se gli orsi sbranano una mucca, o un lupo una pecora, vanno fermati. Se i cormorani si ingozzano di pesce (ma va?) sono da tenere sotto controllo. E se le oche senza pedigree si imbattono in quelle autoctone vanno messe a morte, per preservare la purezza della razza, in una sorta di Terzo Reich da zoo.
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Il cane che si unisce ad un team di atleti e corre per 700 chilometri
lunedì 24 novembre 2014
di Federica Macagnone
Esausto, coperto di fango e disperatamente affamato, il batuffolo di pelo beige si è seduto accanto al team di atleti svedesi che si preparavano a mangiare. Loro, quattro ragazzi che stavano partecipando alla Adventure Racing World Championship, non sapevano ancora che quel cane sarebbe diventato la loro ombra. E lui, Arthur, abbandonato e solo, non sapeva ancora che in quelle persone avrebbe trovato la sua nuova famiglia e che avrebbe dovuto percorrere 700 chilometri nella speranza di una vita migliore.
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mercoledì 26 novembre 2014
16 cose che non sapevate sui gatti
Siete tra i moltissimi cultori dei gatti? Postate in continuazione foto
sui social (è stato calcolato che i gatti sono i soggetti più condivisi
su Facebook)? Andate in giro con pullover rivestiti di pelo, così
innamorati del vostro felino da non curarvene nemmeno più, ma anzi da
vantarvene? Allora questo è il pezzo giusto per voi. Moltissime
curiosità sui mici, raccontati da un'esperta d'eccezione, Monica
Marelli, divulgatrice scientifica, giornalista e autrice di "Perchè i
gatti si fanno di erba e noi siamo pazzi di loro", edito da De Vecchi
Giunti Editore
Fedele fino alla fine: cane veglia il corpo del suo amico investito
La scena straziante è stata ripresa in Messico, dove uno dei due animali è stato investito mortalmente mentre attraversavano la strada
Il video
martedì 25 novembre 2014
Hera, la cagnolina che aiuta le vittime di abusi
La quattrozampe è stata assegnata a una ragazza che ha vissuto abusi
sessuali e ha sviluppato disturbi da stress post-traumatico.
Dopo essere scappata di casa a 13 anni, Alicia è finita in un
giro di prostituzione minorile e abusata sessualmente finché non è
riuscita a scappare tre anni più tardi. L’esperienza le ha lasciato
delle profonde cicatrici, ma solo quando è stata violentata di nuovo, il
primo anno di università, ha sviluppato un disturbo da stress
post-traumatico (Post-Traumatic Stress Disorder - PTSD) che le fa rivivere continuamente l’accaduto sotto forma di incubi e flashback.
“Pensavo di essermene liberata e che fosse finita”, confessa Alicia a “The Atlantic”, “ma l’ultima aggressione ha dimostrato che mi sbagliavo”. Adesso, a 26 anni, Alicia lascia raramente il suo appartamento. Dopo aver preso un periodo di aspettativa dall’università, ha perso la sua assicurazione come studente e con essa la terapia che l’aveva aiutata fino al allora. Nella disperata ricerca di qualche modulo da compilare, Alicia è incappata in un cucciolo di Doberman di nome Hera, che lei sta allenando per diventare il suo cane di servizio.
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Hera, il cane di supporto ad Alicia
Claudia Audi Grivetta
“Pensavo di essermene liberata e che fosse finita”, confessa Alicia a “The Atlantic”, “ma l’ultima aggressione ha dimostrato che mi sbagliavo”. Adesso, a 26 anni, Alicia lascia raramente il suo appartamento. Dopo aver preso un periodo di aspettativa dall’università, ha perso la sua assicurazione come studente e con essa la terapia che l’aveva aiutata fino al allora. Nella disperata ricerca di qualche modulo da compilare, Alicia è incappata in un cucciolo di Doberman di nome Hera, che lei sta allenando per diventare il suo cane di servizio.
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lunedì 24 novembre 2014
Birillo, il cane con l’etichetta sbagliata
Nel 2009 venne adottato, ma scappò e tornò nel canile. Di lì in poi per
tutti è stato il “cane che ama il canile”. Ma lui cerca casa,
soprattutto ora che India, la sua compagna di giochi, è stata adottata
Il cane Birillo
La vita ogni tanto è davvero strana, anche per i cani. Un po’ come
quella di Birillo. Lui da otto anni vive in un canile. Nel 2009 il suo
musetto ha fatto il giro di molti siti Internet perché poco dopo
l’adozione era scappato dal proprietario e si era presentato di fronte
ai cancelli del canile scodinzolando. Così Birillo è stato etichettato
come un quattrozampe che amava vivere nel canile e non ha più trovato
una famiglia.
sabato 22 novembre 2014
Il gorilla ci tiene alla privacy e lancia sassi contro i turisti che lo filmano
Primate indispettito allo zoo di Berlino: ecco il modo in cui si difende
La rabbia di un gorilla in cattività diventa uno show pericoloso per i turisti dello zoo di Berlino. Il primate, che nel gesto sembra quasi rivendicare la sua privacy, ha raccolto un sasso e lo ha lanciato contro un gruppo di turisti irlandesi che si era fermato ad osservarlo e riprenderlo con il cellulare.
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I Loris Lenti, dolci animali dal triste destino
«Vi presentiamo un Loris Lento, un piccolo primate che vive nelle
giungle del sud-est asiatico. Dietro la sua caratteristica espressione
facciale, che lo rende così buffo e attraente, si nasconde un mercato di
incredibile violenza e crudeltà». Inizia così il racconto pubblicato su
Facebook dall’associazione Essere Animali per porre l’attenzione su un
fenomeno che purtroppo si sta diffondendo fra i ricchi occidentali che
hanno iniziato a richiederlo come animale da compagnia». Una richiesta
di mercato e, come sempre accade, a pagarne le conseguenze sono gli
animali. «I Loris - continua l’associazione - vengono catturati nel loro
ambiente naturale e gli vengono strappati i denti affinché non possano
mordere. Stipati in minuscole gabbie, finiscono in vendita nei mercati o
affidati a trafficanti senza scrupoli. Purtroppo molti di loro non
reggono questo stress e muoiono durante la cattura o nei giorni
successivi; tanti altri perdono la vita dopo poco, per infezioni o a
causa dell’alimentazione scorretta».
Il video
Il video
venerdì 21 novembre 2014
Ciotola per cani non in regola. Al barista multa di 168 euro
Per i vigili si tratta di occupazione di suolo pubblico
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Domenica ci sarà una manifestazione a sostegno del barista |
Fabio Poletti
Vigevano (PV)
Il monolite dello scandalo, come da verbale della solerte
vigilessa di Vigevano con fischietto di acciaio e inossidabile senso del
rigore, è «una struttura a base circolare, di 30 centimetri di diametro
e 30 di altezza, con annessa bacinella contenente acqua». Per i
titolari del Bar Grecale in Corso Vittorio Emanuele, Massimiliano e
Sonia, era solo «una ciotola per abbeverare i cani fuori dal nostro
locale». Suddetto manufatto è rimasto per oltre otto mesi - e pare
incredibile - accanto all’ingresso del locale. Impossibile non vederlo.
Per fortuna l’oggetto in non meglio precisata plastica, il verbale
ahinoi non approfondisce, avvolto in un cesto di vimini per evitare che
qualcuno ci inciampasse, è stato notato dalla indefessa vigilessa con
inappuntabile divisa di ordinanza che domenica 9 novembre ha imposto che
venisse tolto dal marciapiede per «indebita occupazione di suolo
pubblico». Sembrava finita lì, ma poichè ad ogni violazione si deve
accompagnare inflessibile sanzione è arrivato pure il verbale, con tanto
di timbro della Polizia municipale del paesone in provincia di Pavia,
per un importo di 168 euro, bolli e diritti di segreteria inclusi. Continua qui
Suona la chitarra, il gesto del cane è dolcissimo
Quando inizia a suonare la chitarra, il suo cucciolo sembra apprezzare e si avvicina: è un dolcissimo fan.
Il video
Il video
Il cavallo ha paura in acqua Il finale è tutto da scoprire
Il cavallo non vuole attraversare il fiumiciattolo. Sembra aver paura
dell’acqua. Così la ragazza che lo cavalca decide di accompagnarlo e
fargli capire che non ci sono pericoli. Il finale è tutto da scoprire.
Il video
Il video
mercoledì 19 novembre 2014
LA LETTERA DEI CANI DI CARAGLIO (CUNEO): FATECI ANDARE AL PARCO
L'originale missiva inviata da un nostro lettore
"Salve, siamo un gruppo di cani che abitano in un medio Comune del cuneese con circa seimila abitanti". Non ci crederete, ma questa lettera l'hanno scritta alcuni cani di Caraglio (Cuneo). Sia chiaro: ovviamente i loro proprietari. Ma la missiva che abbiamo ricevuto è firmata da "Kira, Noè, Fidel, BoboCalli, Maia, Akira, Sid e altri amici a quattro zampe che ogni tanto passano di lì". Qual è il problema? Come ci ha spiegato un nostro lettore, il proprietario di Kira, che ha avuto questa idea originale, da inizio novembre, l'amministrazione comunale della cittadina piemontese hanno affiso all'ingresso al parco di San Paolo, in centro, un cartello con la scritta "Divieto di accesso ai cani".
Torniamo alla lettera dei quattrozampe: "Ovunque si sente parlare di come pian piano la gente si stia abituando alla nostra presenza e ci lasci entrare con piacere nei bar, nei negozi, nei supermercati ecc. A noi succede l'opposto. Ogni sera i nostri proprietari, che di giorno lavorano, ci portano a sgambare e a giocare tra di noi in un parco al centro del paese. Il parco di San Paolo è proprio un bel posto". E poco più avanti si legge: "Alla sera, magicamente, nel parco non c'è più nessuno e allora arriviamo noi con i nostri proprietari, le nostre palle, i nostri bastoni e tanta voglia di stare insieme. Ad onor del vero, i nostri proprietari hanno da sempre volutamente ignorato il cartello che diceva 'Cani al guinzaglio'. Anche perché non c'è altra possibilità: tutti i parchi ci sono vietati! Poi, da un momento all'altro, compare un secondo cartello: 'Vietato introdurre i cani'. Ma il parco non è recintato e i nostri proprietari adesso non lo possono più attraversare neanche per andare a prendere l'acqua al distributore pubblico, pena la multa di 100 euro. Ma possibile che il Comune si arroghi il diritto di toglierci tutti i parchi cittadini".
Nella lettera si trova poi scritto: "Quando uno dei nostri umani è andato a chiedere dove, secondo il Comune, si dovrebbe portare a sgambare un cane, la risposta è stata: 'Portateli al castello'". E qui sorgerebbero ulteriori problemi per i proprietari, stando alla missiva: "Dista dal centro cittadino solo due chilometri in salita (per noi non sarebbe un problema, ma i nostri umani non ce la possono fare e non hanno tutto questo tempo durante la settimana)". E non solo: "Ah, dimenticavamo, di sera la strada è priva di illuminazione pubblica e dicono che ci sono i drogati".
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lunedì 17 novembre 2014
TANSY RIVEDE GLI AMICI D'INFANZIA, E I GORILLA LA RICONOSCONO
Commozione e comunicazione tra specie
La storia "dal sapore di fiaba" ha colpito anche Danilo Mainardi, uno dei più celebri etologi italiani, che sul "Corriere" di oggi la analizza come esempio di "comunicazione tra specie diverse ma vicine".
Tansy Aspinall e i gorilla Djalta e Bims hanno giocato insieme da bambini, nel rifugio gestito dal padre di Tansy, lo zoologo Damian Aspinall, nel Kent (Gran Bretagna). Poi, le loro strade si sono divise e 12 anni fa gli animali sono stati liberati nella foresta pluviale del Gabon, perché vivessero felici con i loro simili. Di recente gli Aspinall sono andati in Gabon, anche con la speranza di rivedere Djalta e Bims. Dopo ore di ricerche sul fiume, li hanno trovati: "All'inizio ero un po' in apprensione - ha raccontato Tansy - non sapevo se si sarebbero ricordati di me o se magari la vita allo stato brado li avesse induriti. Ma non solo mi hanno riconosciuta, avevano anche degli sguardi così buoni che mi sono sentita immediatamente al sicuro". Tra le due specie, spiega Mainardi, hanno fatto da ponte quello che Konrad Lorenz chiamava il "Kindchenschema" - l'insieme dei tratti specifici dei cuccioli, "che evoca protezione e blocca l'aggressività" - il linguaggio gestuale infantile, stimoli tattili ed olfattivi entrati nella memoria.
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domenica 16 novembre 2014
Due ruote al posto delle zampe e la coniglietta Hope torna a correre
A Sanremo inizia una nuova vita per la coniglietta Hope, disabile per i maltrattamenti subiti in un allevamento ligure (foto),
e adottata da una delle volontarie di AAE Conigli, Linda Cuzzocrea. Con
l'aiuto di uno speciale carrello munito di ruote, la bestiola riesce
finalmente a correre e giocare come i suoi simili.
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sabato 15 novembre 2014
Addio a Oliver, simbolo degli Orsi della Luna e della lotta alle fattorie della bile
Era stato salvato nel 2010 dopo aver trascorso 30 anni chiuso in una gabbia
Un primo piano di Oliver |
Fulvio Cerutti (agb)
Oliver si è spento. Era uno degli Orsi della Luna simbolo della
battaglia contro le fattorie della bile. La sua storia diventa nota
solo nel 2010 quando i volontari di Animal Asia aprono la sua gabbia
dove aveva trascorso 30 anni della sua vita.
Un vero e proprio incubo: uno spazio freddo e angusto, con l’addome rinchiuso in una pettorina metallica arrugginita fissata per mantenere in posizione il catetere per l’estrazione della bile. Tre interminabili decenni in uno spazio così piccolo da deformarne la testa e da impedirne la crescita delle zampe. Un inferno che spesso porta questi animali a tentare il suicidio sbattendo la testa contro le sbarre. Ma non Oliver, perché lui aveva una gran voglia di vivere.
Per raggiungere la libertà ha anche affrontato un percorso di 1500 chilometri in quattro estenuanti giorni, sopravvivendo anche a un intervento chirurgico salvavita di quattro ore portato a termine nel cassone di un camion. Oliver però voleva assaporare ciò che gli era stato negato per così tanto tempo: il gusto della libertà.
«Vedere quest’orso anziano, con la testa deformata e le zampe troppo corte, trotterellare fuori dal suo rifugio coperto verso le aree esterne della riserva, annusare l’aria, l’erba e la terra, non smette mai di ispirarmi in ciò che faccio» raccontava nell’aprile scorso Nic Field, Responsabile Veterinario per la Cina.
Oliver ha trascorso gli ultimi quattro anni e mezzo felice e sereno nel Chengdu Bear Rescue Centre dove ha potuto assaporare il gusto della libertà. Nelle ultime settimane le sue condizioni fisiche erano andate a deteriorarsi, smettendo di alimentarsi e così i responsabili del centro hanno deciso di sottoporlo ad eutanasia.
[Clicca qui per guardare il video della storia di Oliver]
Oliver però non è morto, perché è un simbolo per tutti quelli che sostengono la battaglia contro le fattorie della bile. «Anche se era un vecchio orso, ha rifiutato di arrendersi - racconta Jill Robinson, fondatrice di Animal Asia -. La sua lotta ha ispirato la nostra. La sua storia ha continuato ad essere raccontata in tutto il mondo e ha sollevato crescente consapevolezza degli orrori delle fattorie della bile. Il nostro orso ferito continuerà a ispirare il soccorso di tanti altri».
Oliver non rappresenta solo la sofferenza, ma anche la speranza. «Ogni visitatore del santuario e ogni supporter di tutto il mondo conosce la sua storia di Oliver - racconta Nic Field -. Sono abbastanza sicuro che la sua eredità vivrà. Tutti noi siamo tristi per la sua morte e ci mancherà molto. Ma ci conforta sapere che insieme siamo riusciti a dargli più di quattro anni di libertà. Nonostante tutto quello che aveva passato, la sua natura tollerante e vivace ha toccato tutte le persone che lo hanno incontrato».
Le fabbriche della bile
Un vero e proprio incubo: uno spazio freddo e angusto, con l’addome rinchiuso in una pettorina metallica arrugginita fissata per mantenere in posizione il catetere per l’estrazione della bile. Tre interminabili decenni in uno spazio così piccolo da deformarne la testa e da impedirne la crescita delle zampe. Un inferno che spesso porta questi animali a tentare il suicidio sbattendo la testa contro le sbarre. Ma non Oliver, perché lui aveva una gran voglia di vivere.
Per raggiungere la libertà ha anche affrontato un percorso di 1500 chilometri in quattro estenuanti giorni, sopravvivendo anche a un intervento chirurgico salvavita di quattro ore portato a termine nel cassone di un camion. Oliver però voleva assaporare ciò che gli era stato negato per così tanto tempo: il gusto della libertà.
«Vedere quest’orso anziano, con la testa deformata e le zampe troppo corte, trotterellare fuori dal suo rifugio coperto verso le aree esterne della riserva, annusare l’aria, l’erba e la terra, non smette mai di ispirarmi in ciò che faccio» raccontava nell’aprile scorso Nic Field, Responsabile Veterinario per la Cina.
Oliver ha trascorso gli ultimi quattro anni e mezzo felice e sereno nel Chengdu Bear Rescue Centre dove ha potuto assaporare il gusto della libertà. Nelle ultime settimane le sue condizioni fisiche erano andate a deteriorarsi, smettendo di alimentarsi e così i responsabili del centro hanno deciso di sottoporlo ad eutanasia.
[Clicca qui per guardare il video della storia di Oliver]
Oliver però non è morto, perché è un simbolo per tutti quelli che sostengono la battaglia contro le fattorie della bile. «Anche se era un vecchio orso, ha rifiutato di arrendersi - racconta Jill Robinson, fondatrice di Animal Asia -. La sua lotta ha ispirato la nostra. La sua storia ha continuato ad essere raccontata in tutto il mondo e ha sollevato crescente consapevolezza degli orrori delle fattorie della bile. Il nostro orso ferito continuerà a ispirare il soccorso di tanti altri».
Oliver non rappresenta solo la sofferenza, ma anche la speranza. «Ogni visitatore del santuario e ogni supporter di tutto il mondo conosce la sua storia di Oliver - racconta Nic Field -. Sono abbastanza sicuro che la sua eredità vivrà. Tutti noi siamo tristi per la sua morte e ci mancherà molto. Ma ci conforta sapere che insieme siamo riusciti a dargli più di quattro anni di libertà. Nonostante tutto quello che aveva passato, la sua natura tollerante e vivace ha toccato tutte le persone che lo hanno incontrato».
Le fabbriche della bile
giovedì 13 novembre 2014
Protetto dalla cuccia, per otto ore sotto il fango: Bobbi salvato dalla frana in Ossola (VB)
Il cane non è riuscito a fuggire ed è stato travolto: quando l’hanno
trovato era in ipotermia. L’ha curato un veterinario di Malesco: ora è
fuori pericolo
«Se l’è cavata con una lussazione all’anca e la frattura del bacino. Ma, ridotto com’era, avrebbe potuto morire». E’ il racconto di Federico Cavalli, il veterinario di Malesco, paese dov’è stato sindaco, che ha curato Bobbi, il cane travolto dalla frana di Re. Il piccolo meticcio - quattro anni - è rimasto sotto il fango per diverse ore, sin che qualcuno l’ha salvato. L’altra notte il cane era nella sua cuccia, alle spalle delle case poi lambite dalla frana caduta verso le 3.
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«Se l’è cavata con una lussazione all’anca e la frattura del bacino. Ma, ridotto com’era, avrebbe potuto morire». E’ il racconto di Federico Cavalli, il veterinario di Malesco, paese dov’è stato sindaco, che ha curato Bobbi, il cane travolto dalla frana di Re. Il piccolo meticcio - quattro anni - è rimasto sotto il fango per diverse ore, sin che qualcuno l’ha salvato. L’altra notte il cane era nella sua cuccia, alle spalle delle case poi lambite dalla frana caduta verso le 3.
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mercoledì 12 novembre 2014
Quando cani e gatti vanno perfettamente d’accordo
E chi l’ha detto che cane e gatte non vanno d’accordo? Queste foto testimoniano il contrario... almeno quando entrambi dormono...
Le altre foto
martedì 11 novembre 2014
Una cucciola di rottweiler salvata sul tetto.
Una cucciolona di rottweiler è stata lasciata sola in casa con una finestra aperta
E' successo a Youngtown, in Ohio. Una cucciolona di rottweiler è stata lasciata sola in casa con una finestra aperta. E' riuscita a scappare e, spaventata, è salita sul tetto di una casa da dove non è più riuscita a scendere. Sarebbe morta di fame se non fosse stata soccorsa dalla polizia.
Il video
lunedì 10 novembre 2014
Il bimbo piange e il cane gli rassetta le coperte
L’affetto e le attenzioni del cane per il nuovo arrivato si vedono anche
nelle piccole cose. Così quando il bimbo piagnucola nel sonno, il
quattrozampe si impegna per assicurarsi che il suo amichetto sia ben
coperto... neanche fosse un suo cucciolo.
Il video
Il video
domenica 9 novembre 2014
L’incontro che commuove: cavallo in ospedale per l’addio alla padrona
L’ultimo desiderio di Sheila Marsh prima di morire era quello di rivedere il suo amato cavallo Bronwen. E lo staff dell’ospedale l'ha accontentata, organizzando l’incontro che sta commuovendo l’Inghilterra. Poche ore dopo aver salutato il suo amico di un vita la donna, 77enne malata terminale di cancro, è morta.
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sabato 8 novembre 2014
giovedì 6 novembre 2014
Uccide un cane a fucilate nei guai cacciatore 65enne
Montalto, l’animale colpito mentre era a spasso con i padroni. Scatta la
denuncia Lo sparatore tenta la fuga ma i residenti lo fermano e
chiamano i carabinieri
di Paolo Fizzarotti
MONTALTO PAVESE. Un cane ucciso a fucilate, sotto gli occhi dei padroni: è finita con due denunce a carico del cacciatore, un pensionato di 65 anni abitante a Mariano Comense. Vittima incolpevole delle fucilate è stata Roxy: un esemplare di cane corso femmina, di otto anni. I padroni del cane sono Claudio Lillo Montalto, impiegato di banca a Voghera, e Federica Boatti. «L’altro pomeriggio, verso le 15, eravamo a casa - afferma Montalto - Abitiamo ai margini del paese, dietro c’è la campagna. Siamo usciti per fare una passeggiata, davanti a noi c’era Roxy. Ad un tratto, a una cinquantina di metri da casa nostra, Roxy ha incontrato un cacciatore con i suoi due cani. Noi eravamo un po’ lontani, ma abbiamo visto tutto. I cani del cacciatore hanno attaccato Roxy, e in un attimo il cacciatore è intervenuto. Non si è accorto che da lontano stavamo assistendo alla scena: ha sparato prima una fucilata a una zampa del nostro cane; poi si è avvicinato e ha finito la povera Roxy con una seconda fucilata a bruciapelo, sul fianco sinistro. Non è stato un incidente di caccia, non ha scambiato Roxy per un cinghiale: eravamo in mezzo a un campo aperto. Quando abbiamo urlato, quell’uomo ci ha visto ed è scappato. Sono arrivato vicino al mio cane: Roxy ha fatto in tempo a guardarmi e poi è spirata fra le mie braccia.
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MONTALTO PAVESE. Un cane ucciso a fucilate, sotto gli occhi dei padroni: è finita con due denunce a carico del cacciatore, un pensionato di 65 anni abitante a Mariano Comense. Vittima incolpevole delle fucilate è stata Roxy: un esemplare di cane corso femmina, di otto anni. I padroni del cane sono Claudio Lillo Montalto, impiegato di banca a Voghera, e Federica Boatti. «L’altro pomeriggio, verso le 15, eravamo a casa - afferma Montalto - Abitiamo ai margini del paese, dietro c’è la campagna. Siamo usciti per fare una passeggiata, davanti a noi c’era Roxy. Ad un tratto, a una cinquantina di metri da casa nostra, Roxy ha incontrato un cacciatore con i suoi due cani. Noi eravamo un po’ lontani, ma abbiamo visto tutto. I cani del cacciatore hanno attaccato Roxy, e in un attimo il cacciatore è intervenuto. Non si è accorto che da lontano stavamo assistendo alla scena: ha sparato prima una fucilata a una zampa del nostro cane; poi si è avvicinato e ha finito la povera Roxy con una seconda fucilata a bruciapelo, sul fianco sinistro. Non è stato un incidente di caccia, non ha scambiato Roxy per un cinghiale: eravamo in mezzo a un campo aperto. Quando abbiamo urlato, quell’uomo ci ha visto ed è scappato. Sono arrivato vicino al mio cane: Roxy ha fatto in tempo a guardarmi e poi è spirata fra le mie braccia.
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mercoledì 5 novembre 2014
Afghanistan, il ritorno del cerbiatto vampiro
Erano 60 anni che un esemplare di questa specie in via d’estinzione e preda dei bracconieri non veniva avvistato nel paese
Sembrava sparito dalle mappe dei ricercatori. E invece pochi giorni fa un esemplare di cerbiatto vampiro è riapparso in un’area rocciosa dell’Afghanistan. Nonostante la sua apparenza minacciosa, il cerbiatto in realtà utilizza i suoi grandi canini affilati soprattutto durante il periodo degli accoppiamenti, per impressionare gli esemplari femmina e scacciare eventuali rivali.
L’ultima apparizione registrata in Afghanistan è avvenuta nel 1948. Altri rarissimi esemplari vivono in India e Pakistan. La specie è a rischio estinzione: l’animale produce infatti un’essenza particolare, utilizzata nella produzione di profumi, incenso e medicine. Le ghiandole che emettono tale essenza sono l’oggetto del desiderio dei bracconieri: valgono infatti letteralmente più dell’oro.
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Sembrava sparito dalle mappe dei ricercatori. E invece pochi giorni fa un esemplare di cerbiatto vampiro è riapparso in un’area rocciosa dell’Afghanistan. Nonostante la sua apparenza minacciosa, il cerbiatto in realtà utilizza i suoi grandi canini affilati soprattutto durante il periodo degli accoppiamenti, per impressionare gli esemplari femmina e scacciare eventuali rivali.
L’ultima apparizione registrata in Afghanistan è avvenuta nel 1948. Altri rarissimi esemplari vivono in India e Pakistan. La specie è a rischio estinzione: l’animale produce infatti un’essenza particolare, utilizzata nella produzione di profumi, incenso e medicine. Le ghiandole che emettono tale essenza sono l’oggetto del desiderio dei bracconieri: valgono infatti letteralmente più dell’oro.
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martedì 4 novembre 2014
Moncler smentisce le accuse di Report ma il titolo crolla
Azienda di piumini: «Usiamo solo fornitori `animal friendly’»
di Redazione Online
Le oche in Ungheria
A
innescare la miccia è stata la trasmissione di Milena Gabanelli andata
in onda domenica sera su Rai 3, che ha mostrato come le oche utilizzate
per riempire i piumini vengano spiumate vive in Ungheria e lasciate con
la pelle lacerata. Ma Report ha
puntato il dito anche contro Moncler che non dà lavoro in Italia, non
usa prodotti di qualità e vende piumini che valgono un decimo di quello
che costano.
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lunedì 3 novembre 2014
Il cane va a caccia di bolle, il bimbo scoppia a ridere
Le immagini parlano da sole. Momenti da ricordare e rivedere quando quel bimbo sarà grande.
Il video
Il video
domenica 2 novembre 2014
Il toccante salvataggio di un cerbiatto!
UN'AZIONE
CHE VALE UNA VITA! - Guarda e condividi questo breve video che mostra
la bellezza di un gesto unico, che permette ad un cerbiatto di poter
tornare dalla sua mamma!
Afferma uno dei ragazzi che è intervenuto:
"Passando abbiamo sentito il pianto di un cucciolo e quando ci siamo avvicinati per controllare, abbiamo trovato un cerbiatto intrappolato tra le sbarre di un cancello. Pensavamo fosse ferito, ma successivamente abbiamo realizzato che era solo intrappolato, così in maniera delicata lo abbiamo tirato fuori. Appena si è reso conto di essere libero è corso incontro alla mamma che per tutto il tempo aveva osservato la scena stando a distanza."
Afferma uno dei ragazzi che è intervenuto:
"Passando abbiamo sentito il pianto di un cucciolo e quando ci siamo avvicinati per controllare, abbiamo trovato un cerbiatto intrappolato tra le sbarre di un cancello. Pensavamo fosse ferito, ma successivamente abbiamo realizzato che era solo intrappolato, così in maniera delicata lo abbiamo tirato fuori. Appena si è reso conto di essere libero è corso incontro alla mamma che per tutto il tempo aveva osservato la scena stando a distanza."
sabato 1 novembre 2014
La “super ape” che salverà gli alveari dalla peste
Scoperta dell’Istituto zooprofilattico tramite test genetici
È l’ultima scoperta dei ricercatori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, che hanno studiato i geni regolatori del comportamento di 1.500 api, riuscendo ad isolare quelle in grado di difendere se stesse e l’alveare. Analizzando 339 geni, quelli virtuosi, responsabili della «pulizia» sono quattro.
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La «colf». Questa particolare specie di ape è in grado di rilevare pupe e larve infette
e rimuoverle dall’alveare
e rimuoverle dall’alveare
Laura Secci
Asti
Peste americana e larva assassina? Niente paura, a difendere gli
alveari da queste malattie mortali arriva l’ape «colf». È lei, la «super
regina pulitrice», la sola in grado di sconfiggere in un colpo solo la
temibile «Paenibacillus larvae» (peste americana) e la «Aethina tumida»,
la larva assassina originaria del Sud Africa, appena sbarcata in
Calabria.È l’ultima scoperta dei ricercatori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, che hanno studiato i geni regolatori del comportamento di 1.500 api, riuscendo ad isolare quelle in grado di difendere se stesse e l’alveare. Analizzando 339 geni, quelli virtuosi, responsabili della «pulizia» sono quattro.
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