Il cane è definito il miglior amico dell’uomo, un simbolo di
incondizionata fedeltà e di utilità in diversi ambiti come la guardia,
la terapia, la guida, il soccorso in caso di valanghe e altre
catastrofi, oppure in casi meno felici ma di tragica attualità, come la
prevenzione di attacchi terroristici.
Questo splendido animale
discendente dal lupo, che ha preferito abbandonare i suoi simili per
affiancare l’uomo, comunica in diverse maniere simili a quelle del suo
progenitore. Siamo però in grado di capirlo? Quando lancia dei messaggi,
per lui assolutamente chiari, siamo in grado di non cadere
nell’equivoco?
L’uomo conosce tre tipi di comunicazione: quella verbale, quella
paraverbale e quella non verbale. I cani possono apprendere alcune
parole-comandi, ma più che altro sono degli ottimi
ascoltatori-osservatori. Il cane utilizza un linguaggio perlopiù non
verbale e ricorre a quello verbale (abbaio, guaito, latrato, uggiolio,
ululato) solo quando non riesce a farsi comprendere altrimenti.
Linguaggio per lui assolutamente inequivocabile che a volte viene mal
interpretato e porta a spiacevoli conseguenze. Risulta quindi
necessaria un'interpretazione corretta del loro linguaggio.
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