L'animale, munito di radiocollare, si era spostato dalla zona del Parco del Gran Sasso verso le Marche e qui è stato trovato senza vita. "Un gesto stupido e vigliacco"
Roma, 9 febbraio 2017 - Un altro lupo, specie protetta, ucciso.
Potrebbe sembrare un episodio di bracconaggio come tanti compiuti in
Italia da chi non riconosce le regole e uccide specie protette - spiega una nota del Parco Nazionale del Gran Sasso - ma 'Claudio' era un lupo dotato di radiocollare, e
da quando venne ritrovato ferito, curato e rimesso in libertà
trasmetteva importanti notizie allo staff del Progetto Life MircoLupo.
Notizie importanti sulle abitudini, sui movimenti dell'animale, sul suo
branco: notizie difficilmente ottenibili in altro modo. Lupo Claudio era stato recuperato il 20 marzo 2016, dopo un investimento con un'auto, dal personale Forestale e dai tecnici dell'Ente Parco tra Rocca Santa Maria e Torricella Sicura, in provincia di Teramo.
Dopo le analisi da protocollo, le cure necessarie e una notte in
osservazione, era stato reimmesso in natura nel luogo del suo
ritrovamento, ma non prima di averlo dotato di collare munito di
rilevatore Gps. Da quel momento Lupo Claudio aveva iniziato a trasmettere importanti notizie.
"Avevamo, ad esempio, appreso che si era presto riunito al branco
originale e aveva iniziato a frequentare una zona marginale dell'area
protetta", dicono dal Parco del Gran Sasso. "Per mesi avevamo seguito
Lupo Claudio, e grazie anche ad avvistamenti ed alle tracce individuate,
eravamo riusciti a capire come si muoveva e che non era solo - proseguono dal Parco del Gran Sasso - Avevamo scoperto che da qualche tempo aveva lasciato la zona e il branco, era andato in dispersione verso le Marche ed era alla ricerca di un nuovo territorio in cui vivere. Aveva passato tutto il territorio del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ma è stato ucciso e la sua avventura come la nostra storia finisce sotto un ponte del comune di Cessapalombo in provincia di Macerata".
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