La mancanza di consenso ha
spinto al rinvio. Emiliano: "Il lupo è essenziale anche per arginare la
pressione dei cinghiali". Contrarie agli abbattimenti tutte le
associazioni ecologiste, dal Wwf a Legambiente
di ANTONIO CIANCIULLOROMA - La licenza di uccidere i lupi non è passata. Niente via libera dalla Conferenza Stato Regioni che avrebbe dovuto dare semaforo verde al piano, preparato dal ministero dell'Ambiente, che includeva la possibilità di interrompere la rigorosa tutela che ha permesso a questo animale simbolo di sopravvivere. La decisione ufficiale è un rinvio, di fatto è mancato l'accordo politico. La pressione delle associazioni ambientaliste (mobilitazione del web, manifestazioni davanti al ministero degli Affari regionali, digiuno di protesta degli ecoradicali) e l'orientamento delle Regioni hanno portato a un aggiustamento del tiro. "La decisione della Conferenza Stato-Regioni di rinviare l'approvazione del Piano per la conservazione e gestione del lupo, come richiesto dal Wwf Italia e da tante migliaia di cittadini italiani che si sono mobilitati sui social network nelle azioni promosse dall'Associazione, è un primo importante segnale", ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente del Wwf Italia.
Il piano in realtà prevede 22 misure: solo nell'ultima è stata inserita una deroga che permette l'abbattimento dei lupi, sia pure in casi definiti "eccezionali". Ma, visto che queste eccezioni sono già piuttosy, to frequenti (in 4 anni sono stati ritrovati 137 lupi uccisi dall'uomo), l'idea di ricominciare a sparare a uno degli emblemi della rinascita della natura ha incontrato forti opposizioni.
Anche perché, come ha notato il governatore della Puglia Michele Emiliano, "il lupo è essenziale in molti luoghi, soprattutto del Centro Sud, per mantenere un equilibrio dell'ecosistema nei confronti, ad esempio, di un'altra specie che provoca molti danni all'agricoltura, i cinghiali". E così la richiesta al governo di eliminare il permesso di uccidere i lupi è stata sottoscritta da molte Regioni.
Contrario agli abbattimenti il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. E per il rinvio si è pronunciata la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani: "Non passano certo sotto silenzio le ragioni degli allevatori, ma bisogna anche tenere nel debito conto l'evoluzione della nostra sensibilità ambientale: per decenni noi e i nostri figli siamo cresciuti nel timore che un animale nobile come il lupo sparisse definitivamente dall'Italia".
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