Le loro madri vengono costrette a partorire almeno quattro volte l’anno. Sono le fattrici che, come una catena di produzione, mettono al mondo cuccioli di razza che vanno ad alimentare un traffico internazionale i cui numeri stanno diventando sempre più impressionanti: nel 2013 e 2014 in Italia sono stati sequestrati 2630 cuccioli di cani in 10 operazioni condotte dalle forze dell’ordine, principalmente Guardia di Finanza e Corpo Forestale. Cuccioli che se fossero arrivati a destinazione, avrebbero fruttato circa 1,8 milioni di euro. E questi sono solo quelli che sono stati intercettati.
Un business clamoroso che vede le basi principali nei Paesi dell’Est. Ed è proprio questo mercato, quei Paesi che le autrici del libro “La fabbrica dei cuccioli” (ed. Sonda) hanno indagato dando un quadro dettagliato di un fenomeno malavitoso sempre più attivo.
Ilaria Innocenti, Responsabile LAV Settore Cani e Gatti, e la giornalista Macri Puricelli raccontano come questi cuccioli vengono strappati alle loro madri quando hanno solo 30-40 giorni di vita, prima che possano crearsi sistemi immunitari propri e che vengano fatte loro le corrette profilassi. Lì inizia il loro incubo: caricati in scatole, gabbie, borsoni, finti doppifondi, bagagliai, viaggiano anche per 48 ore senza ricevere acqua o cibo. Spesso vengono drogati perché non si facciano sentire ai controlli. I trafficanti si preoccupano solo che non muoiano, perché per loro sarebbe un mancato guadagno. Una volta acquistati, i nuovi proprietari si trovano spesso poi a dover convivere con animali non sani, sofferenti e deboli.
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