Sugli scaffali dei supermercati è ormai sempre più difficile trovare uova di galline allevate in gabbia: un risultato per niente scontato, perché le uova deposte delle galline costrette a vivere in piccole gabbie sono identiche alle altre, ma costano molto meno. Nonostante ciò, i consumatori preferiscono spendere di più perché non vogliono comprare prodotti di aziende agricole che non garantiscono buoni standard di benessere animale. Dopo Coop, che ha fatto questa scelta già qualche anno fa per le uova a suo marchio, altre insegne hanno deciso di vendere solo uova da galline allevate a terra, all’aperto o biologiche. Lo stesso hanno fatto anche alcune aziende di ristorazione e alcune multinazionali del cibo. Allo stesso tempo aumentano anche le proposte di prodotti di origine animale che garantiscono migliori standard di benessere, come la carne di manzo grass-fed e il biologico.
Il dossier di 40 pagine “Benessere animale: la vita non è solo in gabbia” redatto da Il Fatto Alimentare, fa il punto sugli allevamenti intensivi di polli, galline, conigli, maiali, agnelli, capretti e sulle norme relative al benessere animale previste in Europa. Nel testo si focalizza l’attenzione sul problema degli animali maschi indesiderati eliminati subito dopo la nascita perché non sufficientemente redditizi per le aziende agricole e il mercato. Si tratta di questioni importanti, dibattute non solo in Italia, ma in Europa e in altri Paesi dove già esistono soluzioni interessanti e percorsi utili da seguire.
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