In queste ore circola su Facebook una notizia
che sta indignando quanti giustamente amano gli animali e, in particolar
modo, i cani: sembrerebbe che gli immigrati di un centro di accoglienza
stiano protestando contro i "cani di merda".
Pubblicato il 28 settembre 2016, alle ore 20:10
Facebook sta cercando di rendere la propria
piattaforma un luogo sempre migliore ove potersi informare
correttamente. Per perseguire tale fine, di recente, è stata annunciata –
in tandem con Twitter – una lotta serrata alle notizie false ed ai
titoli acchiappaclick. Nel frattempo, però, le bufale continuano a farla da padrone sul social di Zuckerberg e, sovente, hanno una connotazione razziale.
Nelle ultime ore, infatti, su Facebook è in corso di condivisione, massiccia, una notizia secondo la quale gli immigrati del Centro Profughi di San Bernardo sul Brenta avrebbero protestato per la vicinanza di un canile
alla struttura che li ospiterebbe. Nella didascalia del post, concluso
con un invito al Premier Renzi a vedere chi ci portiamo in casa, si
spiegherebbe che le proteste in questione sarebbero dovute al fatto che,
nella cultura mussulmana, il cane sarebbe un animale impuro.
Ora, prima di indignarci per l’immagine del post succitato, ritraente delle ragazze mussulmane che esibiscono un cartello con su scritto “cani di merda”, andrebbero fatte delle precisazioni.
Per la cultura mussulmana, il cane è un animale impuro? Falso! Wikipedia alla mano, per i mussulmani risulta impuro mangiare la carne del maiale, del cinghiale, dell’asino, del cavallo, e del mulo. In merito ai cani, non si fa alcuna parola di una particolare avversione islamica verso il più fedele amico dell’uomo: anzi, di fatto è proibito usare violenza verso questo essere e, anche nel difendersi da animali pericolosi, si prescrive di non farli soffrire.
Per la cultura mussulmana, il cane è un animale impuro? Falso! Wikipedia alla mano, per i mussulmani risulta impuro mangiare la carne del maiale, del cinghiale, dell’asino, del cavallo, e del mulo. In merito ai cani, non si fa alcuna parola di una particolare avversione islamica verso il più fedele amico dell’uomo: anzi, di fatto è proibito usare violenza verso questo essere e, anche nel difendersi da animali pericolosi, si prescrive di non farli soffrire.
L’immagine, poi, che tante condivisioni indignate ha suscitato (quasi 15 mila), è falsa, o meglio, ritoccata.
In realtà le ragazze della foto, immortalate nel corso di una
manifestazione in Indonesia davanti all’ambasciata USA, protestavano
contro il reverendo Terry Jones: costui, infatti, nel Settembre 2010, in
occasione dell’anniversario delle Torri Gemelle, imputò la
responsabilità di quell’attentato al Corano e, quindi, diede
pubblicamente fuoco ad una copia del medesimo in una piazza di
Gainsville, in Florida. I cartelloni esposti non menzionavano cani ma
dicevano semplicemente “tu che bruci il Corano, brucerai all’Inferno”.
Come se non bastasse, l’espressione “centro profughi” non è corretta e, in più, la cittadina di San Bernando sul Brenta, per quanto verosimile, non esiste affatto.
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