Richiesta di calamità naturale alle Eolie per un settore che deve fare i conti con la presenza dei cetacei
di GIORGIO RUTA
Se lo sognano la notte, il verso del delfino. «Sbuffa e si mangia tutto. E noi torniamo con le barche vuote». Alle isole Eolie i pescatori hanno un nemico con cui contendere ogni notte il pesce: gruppi di delfini circondano le imbarcazioni e mangiano i totani che stanno per essere pescati. Sono infuriati e dopo un’assemblea promettono due giorni di sciopero per la settimana prossima. Tra Lipari e Salina raccontano di un fatturato sceso del 70 per cento e di famiglie in crisi: prima ogni barca portava a terra circa 25 chili di totani, adesso non più di tre chili.
"La situazione non è più sostenibile, ogni notte in mezzo al mare c'è una guerra per sopravvivere. Sia chiaro, noi non abbiamo nulla contro i delfini ma una situazione bisogna trovarla: o i pescatori o loro. Chiediamo lo stato di calamità naturale", si infervora Giuseppe Spinella, vicepresidente del Co.Ge.Pa, il consorzio che riunisce le 119 imbarcazioni che pescano nell'acqua attorno alle isole Eolie.
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