Il sospetto di verifiche "addomesticate"
Dopo la sentenza di condanna ai gestori di Green Hill, la Procura di Brescia ha aperto un nuovo fascicolo: nel mirino, come anticipato durante il processo, sono finiti i controlli alla struttura, e specificamente – scrive "Il Giorno" – un veterinario dell'Asl di Lonato, iscritto nel registro degli indagati per falso ideologico, maltrattamenti e animalicidio in concorso con gli amministratori dell'allevamento, che avrebbe favorito non facendo il proprio dovere.
Per anni i capannoni sulla collina di Montichiari sono usciti indenni dalle verifiche delle autorità competenti. Era sempre "tutto in regola". Benché Green Hill fosse una struttura molto complessa, i controlli di routine si concludevano in un paio d'ore. La perquisizione del luglio 2012, invece, impegnò lo stesso pm e la Forestale dalle 9 del mattino alle 4 del mattino successivo. E non è tutto: dalla corrispondenza con i gestori risulta che questi ultimi erano sempre avvisati degli imminenti controlli e a volte si limitavano a barare dei moduli a crocetta rispondendo alle domande dei funzionari. Insomma, quanto basta per ipotizzare un "patto di non aggressione" tra i vertici dell'allevamento e i controllori.
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